I templi giapponesi sono qualcosa di favoloso. Tu vai li e ti aspetti di trovarti un semplice tempio, in realtà ti trovi davanti a delle piccole città oppure in certi casi a dei parchi immensi, con tanto di laghetto. Il tempio più grande di Kyoto, è Kyomizudera. Circondato da templi minori, con tanto di pagoda e di chioschi dove potrete trovare in vendita vari tipi di amuleti, da quello per la buona salute a quello per lo studio, fino a quello per il concepimento. Spesso i templi sono preceduti da lunghi viali di negozi, dove sono in vendita oggetti tradizionali giapponesi. Se siete amanti dello shopping, sarà facile perdere di vista l’obiettivo (raggiungere il tempio), perchè la tentazione di indugiare tra un negozio di ventagli e uno di bambole di geisha è troppo forte.
I templi giapponesi non sono luoghi dove la gente va esclusivamente per pregare ed esprimere dei desideri, ma anche un luogo dove fare “merenda”. Si, avete capito bene, perché all’esterno spesso ci sono delle bancarelle di cibo, dove è possibile acquistare snack di vario genere, dalla banana ricoperta di cioccolato rosa, fino alle polpette di polipo. E un turista non può essere che attratto da tutto ciò ed è invogliato ad acquistare. In Giappone tutto sembra ruotare intorno al consumismo, persino andare in un luogo sacro diventa un’occasione per spendere. Ed è una tentazione a cui è difficile resistere, da un lato perchè vedi delle cose assurde che in Italia non vedrai mai, dall’altro perchè continui a riperterti: “non è che mi capita tutti giorni di venire in Giappone, già che son qui, assaggiamo questo, assaggiamo quello, tò guarda, lì vendono le mele caramellate, e quella roba cos’è?ma si mangia?”… e via dicendo.
Un’altro aspetto interessante è che in alcuni templi esistono tutta una serie di riti da fare. Ad esempio, al tempio Sensoji (il più grande di Tokyo), prima di entrare bisogna purificarsi con dell’acqua che viene usata per sciacquarsi le mani e la bocca. Per i più “ignoranti” c’è anche un cartello che spiega l’intera procedura, peccato che sia scritto in giapponese, il che mi porta a chiedermi: “ma cosa se ne fanno i turisti di un cartello scritto in giapponese?” Da notare poi che l’ordine dei passi da seguire, va letto da destra verso sinistra (come i manga), quindi ancor più fuorviante per chi non sappia leggere il giapponese! =_=’ Mah…questo è uno dei tanti misteri che avvolge il Giappone.
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